TRICOLOGIA
La Tricologia è quella
"branca" della Dermatologia che si
occupa dei capelli e delle patologie del
cuoio capelluto.
Una disciplina interessante, ma che
spesso nasconde molti raggiri e talvolta
anche truffe.
Innanzitutto è necessario chiarire che
non esiste la figura del tricologo.
In medicina non esiste la
specializzazione in tricologia.
E' il dermatologo, il medico abilitato
alla cura della pelle e dei suoi annessi
cioè capelli ed unghie.
Quando i capelli iniziano ad
indebolirsi, l’unico modo per liberare
il campo da dubbi, false credenze o
illusioni è chiedere aiuto al
dermatologo.
Nella maggior parte dei casi, la perdita
dei capelli rappresenta un fenomeno del
tutto naturale, legato
all’invecchiamento. Questo “esaurimento
funzionale” inizia già nei primi anni di
vita per continuare fino alla morte
dell’individuo con in media una perdita
di perdita di capelli pari a circa l’1
per cento l’anno.
Il capello cresce in media 1 centimetro
al mese per 2-4 anni, per poi entrare
per 2-4 settimane nella fase di riposo.
Dopo questo periodo il capello cade.
Normalmente, ogni giorno vengono persi
circa 100 capelli. Si calcola che
intorno ai 40-50 anni di età un soggetto
sano, sia di sesso maschile che
femminile, abbia perso circa il 40 per
cento dei capelli.
Tuttavia, negli ultimi anni, la caduta
dei capelli ha assunto un'importanza ed
un significato decisamente superiore
rispetto al passato per una maggiore
sensibilità verso l'aspetto esteriore
della propria persona. La capigliatura,
vissuta come riflesso di salute fisica,
diventa rapidamente fonte di
disperazione quando si sfoltisce.
Esistono due forme ben distinte di
"perdita dei capelli", l'ALOPECIA
ANDROGENETICA e il TELOGEN EFFLUVIUM.
ALOPECIA ANDROGENETICA o CALVIZIE COMUNE
E' la forma più comune
di calvizie negli uomini e colpisce
oltre 5 milioni di italiani.
Consiste in un lento e progressivo
diradamento dei capelli che conduce a
quadri di calvizie più o meno
accentuati. Ne soffrono il 15 per cento
degli uomini fra 18 e 30 anni e più del
50 per cento fra i 40 e i 50 anni.
Dopo i 50 anni si manifesta in circa il
90 per cento degli uomini e nel 40 per
cento delle donne.
Nella donna la perdita di capelli è di
solito meno evidente che nell'uomo: si
verifica un diradamento del vertice che
però non è mai totale. Nell'alopecia
femminile è necessario valutare la
presenza di disfunzioni ormonali.
Comunque nell'80 per cento dei casi
nelle donne l'alopecia androgenetica ha
carattere ereditario con trasmissione
dal ramo materno.
La causa dell'alopecia androgenetica è
il testosterone, un ormone maschile che
viene convertito a livello dei tessuti
periferici nella sua forma attiva, il
diidrotestosterone (DHT), che è
responsabile delle trasformazioni a
carico del bulbo del capello. Il DHT
contribuisce ad abbreviare la fase di
crescita e ad assottigliare il capello;
il normale ciclo del capello viene così
modificato e aumenta il numero dei
capelli persi giornalmente.
Il risultato è un progressivo
assottigliamento e indebolimento dei
capelli (miniaturizzazione dei capelli)
con successiva caduta e atrofia del
follicolo pilifero che avviene
prevalentemente in alcune zone del cuoio
capelluti (area frontale e vertice).
La calvizie può iniziare a qualsiasi età
dopo la pubertà. Nell'uomo si verifica
un progressivo arretramento della linea
dei capelli della fronte (la cosiddetta
"stempiatura"), oppure un diradamento
sul vertice della testa.
Nella donna invece si verifica un
diradamento generale dei capelli di
solito in età più avanzata rispetto agli
uomini (nel periodo pre e post
menopausa). Le donne non diventano quasi
mai completamente calve a meno che non
siano affette da malattie che causano un
aumento degli ormoni maschili.
La calvizie quindi è legata a due
fattori:
1. l'effetto degli ormoni androgeni
(maschili)
2. la predisposizione genetica ereditata
dal lato paterno o materno della
famiglia
Abbiamo visto come la causa della caduta
dei capelli sia una sostanza derivata
dal testosterone, il diidrotestosterone,
un ormone maschile. La quantità di
questo derivato "nocivo" per i capelli
che viene prodotto a livello del cuoio
capelluto dipende dalle caratteristiche
genetiche di ogni individuo, cioè è
ereditaria.
La predisposizione genetica influenza la
sensibilità dei follicoli agli ormoni
maschili e quindi la rapidità di
comparsa e la gravità della malattia.
Quindi non è un "eccesso di
testosterone", come talora si crede, il
responsabile della calvizie, ma il bulbo
pilifero che risponde in maniera
esagerata al derivato diidrotestosterone
che è, come detto in precedenza, il
primo responsabile della calvizie
maschile.
TELOGEN
EFFLUVIUM
Detta anche "DEFLUVIUM", è
una forma acuta di breve durata di
caduta dei capelli dovuta ad una serie
di fattori che possono provocare un
indebolimento del capello fino a farlo
cadere.
E' più frequente nella donna e può
verificarsi in tutte le età della vita.
Il paziente lamenta una aumentata caduta
di capelli sia al momento del lavaggio
che nel corso della giornata (possono
cadere dai 100 ai 500 capelli al
giorno!). Talvolta il paziente racconta
fastidio o anche dolore al cuoio
capelluto.
Sono fenomeni molto evidenti che
preoccupano molto i pazienti, ma che non
provocano diradamenti irreversibili: i
capelli persi ricresceranno.
La caduta dei capelli diviene evidente
circa 3 mesi dopo l'evento che ha
provocato il defluvium.
Un Telogen Effluvium può essere
conseguenza di due situazioni:
1) Una interruzione del ciclo del
capello con brusco passaggio dalla fase
di crescita alla fase di riposo. E' la
forma più comune di defluvium, di solito
conseguente a malattie infettive, alcuni
farmaci (vitamina A), anestesia
generale, mancanza di ferro (anemia vera
oppure anche solo livelli di ferritina
bassi),
2) Prolungamento della fase anagen del
ciclo follicolare. Consegue a condizioni
che prolungando la fase anagen,
impediscono la fisiologica entrata in
riposo del follicolo. Quando queste
condizioni vengono meno, tutti i
follicoli in anagen prolungato entrano
contemporaneamente in riposo.
E' questa la caduta di capelli che si
verifica dopo il parto o dopo
l'interruzione della pillola
anticoncezionale.
Uno dei fattori più importanti sono le
diete, spesso "fai da te", che
determinano dimagrimenti troppo rapidi e
che sono negativi per i capelli e
predispongono a cadute imponenti e
protratte.
Studi recenti indicano che per un
corretto assorbimento del ferro è
importante l'aminoacido Lisina,
contenuto soprattutto nella carne rossa.
Per questo motivo una dieta povera di
carni rosse è spesso associata a forme
di defluvium.
Negativo è anche il fumo, lo stress, un
importante intervento chirurgico, molti
farmaci, alcune malattie (il diabete e
patologie della tiroide), il periodo
post parto (soprattutto se la mamma
allatta ed è stressata dai nuovi ritmi
di vita) e la presenza di mestruazioni
abbondanti e frequenti.
Inoltre i capelli vanno protetti dal
sole e dalle lampade abbronzanti. Il
sole fa andare i capelli in una fase di
riposo e la caduta autunnale è quindi il
risultato dell'esposizione al sole dei
mesi estivi.
Queste forme per lo più si risolvono
spontaneamente, ma possono essere utili
integratori alimentari accompagnati da
una dieta equilibrata, non carente di
proteine, frutta e verdure.
Sono utili anche i trattamenti cosmetici
(shampoo e lozione anticaduta).
E' bene inoltre non spazzolare
energicamente i capelli ed evitare il
ricorso a colorazioni, decolorazioni e
permanenti.
Tricogramma
Il tricogramma è un esame
che consiste in un’ “Analisi Tricologica
Microscopica” che ci permette di
esaminare con buona approssimazione la
percentuale dei capelli che si trovano
nelle fasi
ANAGEN
CATAGEN e
TELOGEN.
Di norma per problemi di
ALOPECIA si
devono prelevare i capelli nella zona
della nuca.
Per casi di
SEBORREA E/O IPERIDROSII si
preleveranno capelli appartenenti alle
zone temporali.
In caso di
PITYRIASI E/O IPERIDROSI si
preleveranno capelli nella zona della
nuca.
In ogni caso non si dovranno mai
prelevare capelli dalla zona frontale;
questa zona è indicata per l’esame
visivo sotto la lampada ad ingrandimento
dei problemi della cuite e del cuoio
capelluto.
Un corretto
TRICOGRAMMA si effettua
strappando con un’apposita pinza circa
un centinaio di capelli situati in una
delle zone di nostro interesse,
evitando, come già detto sopra,k di
strappare capelli situati sulla sommità
del capo.
Si deve scegliere la crocchetta di
capelli da prelevare (che deve essere
tre o quattro volte più grande del
campione necessario), si devono
eliminare i capelli più lontani dal
centro della ciocca da prelevare (che
non ci saranno necessari perché saranno
certamente in stato “
Pseudo-distrofico”
essendo stati “
stirati”
via dai follicoli e che provocano dolore
quando si asportano).
Dopo aver eseguito un paio di volte la
cernita della ciocca, avremo i capelli
vicinissimi tra loro chiuderemo questi
capelli in un’apposita pinza che dovrà
poggiare sul cuoio capelluto; questa
pinza sarà serrata al massimo. In fase
successiva, tenendo ferma la pinza che
stringe i capelli, con l’altra mano (in
modo che non ci siano movimenti laterali
che creino capelli “
Pseudo-distrofici”)
è necessario dare uno strappo deciso dal
basso verso l’alto e contemporaneamente
poggiare e premere un dito sulla zona di
prelievo dei capelli ed il “
Tricogramma”
sarà
INDOLORE.
I capelli strappati sono posti su un
vetrino, vengono esaminati al
microscopio ottici e quindi catalogati
nelle diverse fasi
ANAGEN,
CATAGEN e
TELOGEN.
MINERALOGRAMMA
Il mineralogramma è un esame
basato sul “microincenerimento”
di alcuni capelli prelevati dal cuoio
capelluto e dalla successiva analisi
delle ceneri, ed eseguito utilizzando “Raggi
Roentgen” o “Assorbimento
Atomico”.
Tale esame evidenzia la presenza o meno
e la quantità di “oligoelementi”
presenti nei capelli.
Gli “Oligoelementi”
sono delle sostanze minerali che, pur
essendo presenti in quantità
piccolissime, sono indispensabili
all’organismo. Molto spesso l’ambiente,
i radicali liberi (causati
dall’irrancidimento del
SEBO), lo
stress, un’0alimentazione non bilanciata
correttamente, influenzano molto
drasticamente la composizione chimica
degli “Oligoelementi”
che sono utilizzati per rilevare
l’inquinamento ambientale e le carenze
e/o eccessi di queste sostanze. I
capelli demineralizzati sono sottili,
porosi, fragili, atoni ed opachi.
Questo esame è rilevante per fornire
indicazioni sulla corretta utilizzazione
di alcuni “trattamenti”, sulla mancanza
di alcuni “oligoelementi” nell’organismo
e, in certi casi, si dimostra utilissima
per consigliare una dieta (in campo
tricologico e non).
PIGMENTAZIONE DEI CAPELLI
Il colore dei capelli dipende dalla
densità dei granuli di
PIGMENTO
contenuti nel midollo e soprattutto
nella zona della
CORTECCIA.
Le tonalità di colore vengono
determinate da due tipi di granuli di
MELANINA
che si chiamano “Eumelanina
“ e “Feomelanina”;
la prima apporta al capello il colore
bruno, mentre il secondo apporta il
colore rosso e biondo.
Nei capelli scuri i granuli di
MELANINA
sono molto compatti, mentre nei capelli
chiari sono più piccoli e meno compatti;
i granuli di pigmento prodotti dai
MELANOCITI
vengono ceduti alle cellule epidermiche
del BULBO
in fase ANAGEN.
La sintesi della
MELANINA diminuisce
progressivamente con l’età fino a che
cessa quasi del tutto; in tal caso di
nota la CANIZIE.
La CANIZIE
è in sostanza la depigmentazione del
capello; il colore dei capelli dipende
da fattori genetici della densità dei
granuli di pigmento contenuti nel
midollo, e in massima parte nella
CORTECCIA
del capello.
È bene sapere che la pigmentazione del
capello avviene in fase
ANAGEN,
mentre la depigmentazione è dovuta
all’invecchiamento dei
MELANOCITI
che riducono notevolmente la loro
attività Il processo d’insorgenza della
CANIZIE
inizia nella razza bianca intorno ai
30-35
anni, nella
razza nera intorno ai
40-45 anni,
mentre nella razza gialla è più precoce
perché si comincia a notare intorno ai
30 anni; si
può parlare di
CANIZIE PRECOCE quando questo
processo inizia una decina di anni prima
dei limiti sopra accennati.
Si pensa che la
CANIZIE possa dipendere da
malattie autoimmunitarie (l’attività
naturale di sintesi degli anticorpi che
combattono contro gli agenti esterni al
corpo umano, si deforma e questi
anticorpi che combattono contro elementi
naturali dell’organismo umano).
MODIFICAZIONE DEL FUSTO DEI CAPELLI
Il FUSTO
dei capelli, sottoposto a spazzolature
molto energiche, a cotonatura, a
tinture, ad impropri trattamenti
chimici, all’esagerata esposizione ai
raggi del sole, può presentare al
microscopio, ed anche ad occhio nudo nei
casi più gravi, delle lesioni più o meno
grandi.
Tali lesioni, dovute al fatto che il
FUSTO DEL CAPELLO
depauperato di una parte di aminoacidi
solforati evidenzia un deterioramento
della sua
STRUTTURA CHERATINICA, danno
origine alle seguenti alterazioni:
TRICOPTILOSI
: le così dette “doppie
punte” dei capelli; il fusto del
capello evidenzia punte biforcute.
TRICORESSIA NODOSA
: il fusto del capello assume la forma
della “punta di un
pennello” con fessure
longitudinali o noduli disposti lungo
tutto il fusto.
TRICOLASIA
: il fusto del capello si presenta con
la “punta ramificata” (come le dita di
una mano aperta).
Nei casi sopradescritti per
salvaguardare i capelli
È OPPORTUNO
SOSPENDERE l’uso di trattamenti
chimici ed è necessario provvedere ad
una pulizia molto leggera effettuando
una sola passata di shampoo molto
delicato; e molto meglio sottoporre i
capelli ad un impacco di olio prima di
procedere alla loro pulizia.
Anomalie della cute e dei capelli
Si definisce
ANOMALIA
ogni situazione anatomica o di funzione
della norma; in tricologia le anomalie
che ci interessano sono le seguenti:
Le “Anomalie del Cuoio Capelluto”
Le “Anomalie dei Capelli”
ANOMALIE DEL
CUOIO CAPELLUTO
Forfora
(Pitiriasi)
Seborrea (Ipersecrezione Sebacea)
Cute secca (Asteatosi)
FORFORA O
PITIRIASI
La
FORFORA è in sostanza formata da
cellule epidermiche necrotizzate
(morte). Si rende evidente conb
l’apparizione sul cuoio capelluto di
particelle accompagnata spesso da
prurito più o meno forte. Può comparire
a tutte le età, però maggiormente si
manifesta nella pubertà e si localizza
sul cuoio capelluto in particolare.
Per comprendere meglio l’argomento in
relazione ai trattamenti da applicare è
necessario suddividere la
FORFORA in
tre aspetti diversi tra loro:
FORFORA
FISIOLOGICA
FORFORA PATOLOGICA
FORFORA OCCASIONALE
FORFORA
FISIOLOGICA
Si può definire
FORFORA
FISIOLOGICA lo strato corneo che
si desquama in continuazione
dall’epidermide.
Nell’epidermide le cellule nascono nello
strato “Basale”,
maturano nello strato “malpighiano”,
invecchiamo nello strato “granuloso”,
si induriscono e muoiono negli strati “lucido
e corneo”.
Questo strato a causa di molti agenti
esterni quali il sole, l’aria, i
lavaggi, le pettinature e le
spazzolature, si desquama in
continuazione. È ovvio che in
conseguenza alla desquamazione le
cellule basali si trasformano in
malpighiane
ecc. fino a che diventano cornee e
cadono assumendo le caratteristiche
della FORFORA
FISIOLOGICA.
La desquamazione fisiologica è poco
appariscente in quanto le particelle
cornee che si distaccano sono piccole e
poco importanti.
FORFORA
PATOLOGICA
Si può parlare di
FORFORA PATOLOGICA quando il
distacco delle cellule è molto evidente
e lo sfaldamento diventa anomalo.
In realtà non si conosce l’origine di
tale anomalia, ma molti scienziati la
fanno derivare da “insufficienze
epatiche” (disturbi
del fegato), “disturbi del
ricambio” (alimentazione –
eliminazione), “disturbi
circolatori” (circolazione
linfatica e sanguigna), “fattori
vitaminici” (avitaminosi [assenza
di vitamine], ipovitaminosi [carenze di
vitamine], ipervitaminosi [eccesso di
vitamine], disvitaminosi [cattiva
utilizzazione delle vitamine da parte
dell’organismo].
L’insieme di alcune di questa cause
provocano con meccanismi e forme
diverse, l’alterazione del “Complesso
Biologico Idro-Lipidico-Proteico”
agendo sulla “Secrezione Sudoripara”,
sulla “Secrezione Sebacea” w sul
“trofismo Cellulare” (processo nutritivo
delle cellule).
Le alterazioni del “Complesso
Biologico Idro-Lipidico-Proteico”
si manifestano con:
Molta acqua in
superficie (iperidrosi)
Poca acqua in superficie (disidrosi)
Molti grassi in superificie (seborrea)
Pochi grassi in superficie (asteatosi)
Molte sostanze proteiche (ipertrofia)
Poche sostanze proteiche (atrofia)
MOLTA ACQUA
IN SUPERFICIE – IPERIDROSI
L’equilibrio idrico nei
tessuti superficiali è data dalla
sudorazione (traspirazione) e dal tenore
in acqua delle stesse cellule.
Il sudore ( emuntorio sudorale) prende
valori di reazione alcalina (basica) in
stati di grandi affaticamento e
nell’esagerata sudorazione conseguenza
di particolari affezioni della cute
quali la “Psoriasi”,
l’ “eczema”
e l’ “acne”.
Si può quindi affermare che il
PH alcalino,
assunto dal sudore nell’ “iperidrosi” ed
unito ad un’eccessiva quantità d’acqua
alla disgregazione della cheratina dello
“strato corneo”
dell’epidermide.
POCA ACQUA
IN SUPERFICIE – DISIDROSI
È noto che la pelle, per
mezzo delle “ghiandole
sudoripare” e dei “vasi
superficiali” assolve anche alla “Funzione
di Termoregolazione” (regolazione
del calore corporeo).
Nel momento in cui l’organismo deve
smaltire poco calore per mezzo
dell’evaporazione del sudore, la
superficie della cute presenta “disidratazione”,
“secchezza”,
“ruvidezza”
e “tendenza alla
desquamazione”.
Allorquando la temperatura esterna si
abbassa molto, avviene una reazione del
“Sistema Nervoso
Simpatico” che fa restringere
notevolmente il diametro dei capillari
sanguigni e pertanto il sangue in
circolazione diminuisce (meno sangue in
circolazione = meno dispersione del
calore).
Il “Sistema
Nervoso Simpatico” agisce, in
caso di bassa temperatura, rallentando
la produzione del sudore con una
conseguente traspirazione molto
diminuita che si chiama “PERSPIRATIO
INSENSIBILIS” che porta
pochissima acqua nella superficie
cutanea.
MOLTI GRASSI
IN SUPERFICIE – SEBORREA
L’eccessiva quantità di
grassi sulla cute è causata dall’ipersecrezione
sebacea (seborrea); l’eccesso di grasso
imbibisce e rammollisce lo “strato
corneo dell’epidermide” e lo fa
rapidamente sfaldare.
In casi di forfora e seborrea oleosa
l’applicazione di buoni prodotti
igienici antiforforali non darà mai
quasi risultati positivi; risultati
positivi si noteranno dopo
l’applicazione di buoni prodotti
antiseborreici.
POCHI GRASSI
IN SUPERFICIE – ASTEATOSI
La carenza di grassi sulla
cute, spesso causata da una “iposecrezione
sebacea” (scarsa secrezione di
sebo”, porta con facilità ad una
importante desquamazione.
MOLTE
SOSTANZE PROTEICHE – IPERTROFIA
Le proteine sono sostanze
complesse costituite da “aminoacidi”
ed hanno il compito di “formare
la struttura delle cellule organiche”;
provengono dall’alimentazione, sono
veicolate dai vasi sanguigni e
provvedono al “trofismo cellulare”
(nutrizione).
Quando si è in uno stato di “ipetrofia”
le cellule germinali sono iper –
alimentate e producono sostanze
proteiche con grande abbondanza, con la
conseguenza che si verifica una “mitosi”
(profilerazione cellulare – cariocinesi)
più attiva con la formazione di nuove
cellule che provocano l’ispessimento
della cute dando origine ad una
CHERATOSI o
IPERCHERATOSI
con lo sfaldamento delle cellule che
provoca forte desquamazione.
POCHE
SOSTANZE PROTEICHE – ATROFIA
Quando le cellule dello
“stato germinativo” sono poco nutrite ed
assumono scarse sostanze proteiniche si
ha una “mitosi” (proliferazione
cellulare – cariocinesi) più lenta ed
una riduzione dello stato corneo della
cute che si sfalda con estrema facilità
a causa di stimoli esterni.
DISTROFIA
CELLULARE
La “Distrofia cellulare”, è
causata da una corretta nutrizione delle
cellule e può causare la variazione
della quantità biologica dell’acqua,
delle “lipo-proteine”, e dei “Sali
alimentari” contenuti nelle cellule.
AUTOINTOSSICAZIONE
Le “insufficienze
epatiche”, i “disordini di
circolazione” ed i “disturbi del
ricambio”, presenti contemporaneamente
nell’organismo possono provocare l’AUTOINTOSSICAZIONE;
quindi possiamo affermare che l’AUTOINTOSSICAZIONE
è un “autoavvelenamento” generale o
locale causato dalla non eliminazione di
“tossine e/o rifiuti organici”.
Tali “tossine” arrecano al sangue e alle
secrezioni delle modificazioni che
portano in crisi il sistema riproduttivo
delle cellule ed il sistema di
nutrizione delle stesse; infatti quando
la cute non può eliminare le tossine
insorge un intossicazione della cute
causata dal fatto che le “proteine di
cheratina” intossicate dalle “tossine”
si modificano, induriscono, coagulano,
si disidratano e vengono velocemente
smaltite sotto forma di desquamazione
cioè FORFORA.
Inoltre l’AUTOINTOSSICAZIONE
provoca spesso delle “contrazioni
nervose alterate” che vanno a modificare
le “secrezioni ghiandolari normali” con
l’espulsione attraverso tali ghiandole
di “sebo” e “sudore” alterati.
Infatti nell’ “iperidrosi” alla grande
sudorazione si mischia una certa
quantità di UREA
che porta il “cuoio capelluto”,
normalmente acido, ad alcalinizzarsi
superficialmente. Tale modificazione del
PH della pelle compromette l’effetto
autosterilizzante (autodisinfettante)
del MANTELLO
IDROLIPIDICO lasciando via libera
alle infezioni cutanee. È noto che le
infezioni sommate al PH diventato
alcalino causano l’anormale
desquamazione dell’epidermide. (FORFORA).
Altra conseguenza dell’AUTOINTOSSICAZIONE
è la “DISIDRATAZIONE
CUTANEA” causata dai “Sali
minerali” presenti nelle cellule; questi
sali apportano acqua nelle cellule
purché siano fissati nelle stesse dagli
“Alcoli Grassi”.
Quando nel sangue esiste uno squilibrio
nel rapporto “Fissaggio/Eliminazione“dei
“Sali minerali”
e pertanto un’eccessiva eliminazione di
tali Sali provoca la
DISIDRATAZIONE
CUTANEA che provoca una anomalia
nutrizione e riproduzione delle cellule,
la comparsa di rughe cutanee ed una
forte desquamazione.
Le vitamine che interagiscono con i
processi cutanei sono
A, E, F, PP, H
e le vitamine del
gruppo B,
quindi si ritiene che la presenza in
eccesso o in difetto di alcune di esse
modifichino l’aspetto della cute
causando la
FORFORA.
FORFORA
OCCASIONALE
La
FORFORA OCCASIONALE può essere
originata da cause esterne che si
possono suddividere in due gruppi:
- Microrganismi
(infezioni)
- Trattamenti
igienici errati
Tra i microrganismi responsabili
della FORFORA
OCCASIONALE c’è il “Pityrosporum
di Malassez” che è un fungo
parassita che ci annida nello strato
“corneo dell’epidermide” che gli serve
per alimento.
La micosi causata dal “Pityrosporum
di Massalez” provoca un forte
prurito ed abbondante desquamazione.
Il “Micrococco” è responsabile di alcune
forme di desquamazione con lamelle
piuttosto grandi e che non crea prurito.
Altri microrganismi che si annidano
nella FORFORA,
che è fonte di nutrimento e di sviluppo
ideale, sono: il “pytosporum
Ovalis”, lo “Stafilococcus
Aureus”, lo “Stafilococcus
Albus” ed il “Coccus
Polimorfus di Cederkreutz”; tale
batterio crea un’infiammazione della
cute con presenza di siero che si
amalgama alle squame di
FORFORA
formando una specie di melma che con
facilità si può scambiare con
seborrea.
I trattamenti igienici errati per buona
parte responsabili di molte anomali del
cuoio capelluto e dei capelli; essi
sono: shampoo troppo essiccanti, lozioni
troppo alcoliche, abuso di sostanze
alcaline, ossidanti, riducenti e phon
e/o casco con aria surriscaldata.
FASI IGIENICHE TROPPO ESSICCANTI
Lavare i capelli con shampoos
troppo alcalini, l’uso di shampoos molto
sgrassanti molto di frequente provocano
l’impoverimento del sebo cutaneo con la
conseguenza che lo strato epidermico,
non più protetto adeguatamente, di
disgrega producendo FORFORA.
LOZIONI
TROPPO ALCOOLICHE
L’alcool ha un’azione disidratante ed
essiccante delle “cheratine” piuttosto
intensa per cui l’applicazione di
lozioni molto alcoliche possono sfaldare
lo “strato corneo dell’epidermide”.
ABUSO DI
SOSTANZE ALACALINE – RIDUCENTI –
OSSIDANTI
Tali sostanze hanno caratteristiche “cheratolitiche”,
cioè disgregatrici delle “cheratine”.
Nei tessuti l’equilibrio chimico-fisico
è dovuto dalla “ossido-riduzione”
(metabolismo).
Nella “reazione ossidante” (catabolismo)
i tessuti producono calore ed energia e
di conseguenza le cellule si rovinano,
mentre nelle “reazione riducente”
(anabolismo) le cellule si
ricostituiscono; a livello
dell’epidermide le “fasi di ossidazione”
e le “fasi riducenti” avvengono tra la
CISTEINA ( cheratina molle) e la CISTINA
(cheratina dura).
Nella “reazione ossidante” la CISTEINA
si trasforma in CISTINA, mentre nella
“reazione riducente” avviene
l’operazione inversa; quindi queste
“reazioni” sono reversibili.
L’abuso di sostanze alcaline, riducenti
ed ossidanti può rendere irreversibile
questo processo e trasformare queste
sostanze “cheratinoidi” in sostanze
solubili e diverse da quelle di partenza
con la conseguenza che lo strato
epidermico tenderà a sfaldarsi ed a
produrre FORFORA.
PHON CON
ARIA TROPPO CALDA
Il calore troppo secco tende a
disidratare la “cheratina” ed a renderla
fragile e friabile; questo effetto è
reso più intenso se lo “strato corneo
epidermico” è stato appena idratato con
un lavaggio.
TRATTAMENTI
MECCANICI – GRATTAMENTI
Sottoporre il cuoio capelluto ed i
capelli a trattamenti con unghie,
spazzole, pettine ecc, significa spesso
provocare piccole lesioni di tipo
abrasivo ed escoriativo che possono dare
origine ad infiammazioni localizzate
nella cute che sono seguite da
desquamazione. Attraverso queste lesioni
possono penetrare dei “microrganismi
patogeni” (cocchi e miceti) per cui, in
certi casi, la FORFORA conseguenza di
trattamenti meccanici e/o trattamenti
può essere accompagnata da una
“ipersecrezione sebacea” che imbeve le
squame forforacee che si appiccicano al
cuoio capelluto.
Questo tipo di FORFORA si chiama
“PITIRIASI STEATOIDE”.
DANNI
PROVOCATI DALLA FORFORA
In alcuni casi la FORFORA provoca la
caduta dei capelli e ne impedisce il
normale ciclo fisiologico di ricambio;
infatti la FORFORA favorisce l’insorgere
di infezioni provocate da microbi di
vario tipo che generano prurito, quindi
si genera un ciclo perverso di prurito,
trattamento, conseguenti lesioni
superficiali e infezioni sempre più
serie.
Da un punto di vista estetico la FORFORA
da un senso di untuoso di persona poco
pulita con emanazione di cattivi odori
dalla capigliatura.
TRATTAMENTO
LOCALE DELLA FORFORA
La FORFORA PATOLOGICA e la FORFORA
OCCASIONALE possono essere trattate con
“Trattamenti Locali” adeguati ed è ovvio
che i risultati di soluzione totale
ottenuti con la FORFORA OCCASIONALE non
potranno mai essere raggiunti con la
FORFORA PATOLOGICA, tant’è vero che
persone affette da quest’ultima anomalia
dovranno sottoporre a controllo i loro
capelli ogni sei mesi circa.
Dei “Trattamenti Locali” formulati
correttamente dovranno svolgere le
seguenti funzioni:
Rendere solubili e distaccare la parte
squamosa dello “stato corneo” della
cute.
Distruggere i microrganismi con
un’adeguata azione antimicotica e
disinfettante
Avere un’azione antipruriginosa
Favorire l’assorbimento delle sostanze
attive ed anticrobiche
Stimolare gli elementi di autodifesa
dell’organismo
Attuare un’azione balsamica sulle
cellule dell’epidermide
Ricreare l’equilibrio del “Mantello
acido-idro-lipidico” della cute
Nozioni basilari sui detergenti per
capelli
La funzione essenziale dei
detergenti è quella di pulire la cute
dei capelli in modo adeguato ed adatto
alle varie anomali e/o caratteristiche
del particolare cuoio capelluto.
In buona sostanza quello che oggi manca
non sono prodotti igienici adatti, ma è
paradossalmente, la mancanza di qualcuno
in grado di consigliare i prodotti di
pulizia più adatti senza peraltro essere
condizionato da marchi, grosse scorte da
vendere ecc.
Un detergente correttamente formulato
dovrebbe contenere, oltre ai
tensioattivi, sostanze conservanti,
preservanti, addensanti, opacizzanti,
chelanti (ioni metallici legati da un
minimo di 2 legami a carica negativa),
trattanti, profumo e coloranti; c’è da
considerare che buona parte delle
sostanze sopra elencate non sono
tricologicamente utili, ma servono a
dare al prodotto il necessario “Appeal”
(aspetto) visivo e olfattivo.
FUNZIONAMENTO DEI PRODOTTI IGIENICI
Lo scopo di un prodotto di pulizia dei
capelli e del cuoio capelluto è quello
di detergere, mescolandosi all’acqua, la
cute. Gli shampoos si possono definire
dei composti TENSIOLITI i cui componenti
sono detti TENSIATTIVI perché sono in
grado di modificare la “tensione
superficiale” dei liquidi (acqua) in cui
sono disciolti.
Cercando di capire come funzionano,
supponiamo di trovarci di fronte ad una
capigliatura sporca: la sola acqua non
riesce a detergere sufficiente i capelli
perché non riesce ad eliminare da sola
le sostanze grasse e ciò accade perché
acqua e grassi non sono mescolabili.
Il grasso e lo sporco sono appiccicati
alla cute ed ai capelli da forze
superficiali; quindi lo shampoo, in
virtù dei TENSIOATTIVI in esso
contenuti, abbassa la tensione di
superficie SPORCO-CUTE-CAPELLI. Quanto
sopra può avvenire perché lo shampoo nei
suoi componenti ha delle molecole
IDROFILE (che si sciolgono in acqua) e
delle molecole IDROFOBE ( che si
sciolgono nel grasso) quindi la pulizia
può avvenire perché le molecole IDROFILE
si appropriano della parte formata
dall’acqua e le molecole IDROFOBE di
quelle formate dal grasso. Queste due
parti riescono ad unirsi insieme e, con
l’ausilio di forze meccaniche di
strofinamento, ad emulsionarsi in
schiuma.
I TENSIOATTIVI
comunemente presenti negli shampoos
sono:
TENSIOATTIVI
ANIONICI
TESIOATTIVI NON IONICI
TENSIATTIVI ANFOTERI
TENSIATTIVI CATIONICI
Gli ioni sono particelle cariche
elettricamente; gli IONO POSITIVI (+) si
chiamano CATIONI e gli IONI NEGATIVI (-)
si chiamano ANIONI.
TENSIOATTIVI
ANIONICI
I TENSIATTIVI ANIONICI si chiamano in
tale modo perché immessi in soluzione in
acqua generano ANIONI, quindi danno
origine a cariche negative (-); dato che
i capelli sono caricati all’esterno
anch’essi negativamente aderendo allo
sporco che ha carica positiva i
TENSIOATTIVI ANIONICI tenderanno ad
allontanare la capigliatura dallo
sporco.
Questo fenomeno è analogo a quanto
accade in elettrotecnica quando si
avvicinano tra loro i due poli negativi
di una calamita che si respingono
reciprocamente . I TENSIATTIVI ANIONICI
puliscono molto bene, allontanano
qualsiasi tipo di sporco producendo
schiuma abbondante e sono i TENSIATTIVI
più usati per gli shampoos ed i
detergenti in genere.
Gli effetti negativi di tali sostanze
sono causati dal fatto che in acqua il
loro “PH” diventa alcalino (il mantello
acido-idro-lipidico è invece a reazione
acida) e sono estremamente forti poiché
asportano dalla cute insieme allo sporco
la cuticola dei capelli, elettrizzano
cute e capelli creando condizioni poco
vantaggiose all’acconciatura dei
capelli. Volendo utilizzare le buone
qualità detergenti dei TENSIATTIVI
ANIONICI si possono unire a questi
TESIOATTIVI NON IONICI; il suo “PH” può
essere reso neutro o meglio reso acido
aggiungendo acidi deboli tipo “acido
lattico” o “acido citrico”.
I più noti TENSIATTIVI ANIONICI sono gli
ALCHILSOLFATI, ALCOILSARCOINATI,
ALCHILSEMISOLFUCCINATI, CONDENSATI TRA
ACIDI GRASSI E AMINOACIDI.
TENSIOATTIVI
NON IONICI
I TENSIATTIVI NON IONICI sono definiti
in tal modo perché non si ionizzano in
soluzione con l’acqua. Infatti non si
scompongono in cariche elettriche perché
non ne hanno. Il loro “PH” è 7 (neutro)
ed in pratica questi TENSIOATTIVI di
solito vengono adoperati come
TENSIOATTIVI aggiuntivi di altri perché
addolciscono l’azione detergente dei
TENSIOATTIVI ANIONICI.
I più noti TENSIOATTIVI NON IONICI sono
gli ALCHILOAMIDI, ESTERI DEL GLUCOSIO E
DEIL SACCAROSIO, ALCHILAMINOSSIDI,
DERIVATI ETOSSILATI.
TENSIOATTIVI
ANFOTERI
I TENSIOATTIVI ANFOTERI sono definiti in
tal modo perché hanno la proprietà di
modificare, a seconda della soluzione in
cui sono immessi, la loro carica
elettrica e quindi le loro
caratteristiche acide ed alcaline; in
pratica in una soluzione alcalina si
comportano da TENSIOATTIVI ANIONICI con
carica negativa o “PH” alcalino; mentre
in soluzione acida si comportano come
TENSIOATTIVI CATIONICI con carica
positiva e “PH” acido.
Questo tipo di TENSIOATTIVI trovano
molte applicazioni perché non irritano
gli occhi o la cute, esplicando
un’azione detergente dolce e delicata;
spesso vengono miscelati con
TENSIOATTIVI ANIONICI. Tra i principali
TENSIOATTIVI ANFOTERI ci sono le
IMIDAZOLINE le BETAINE.
TENSIOATTIVI
CATIONICI
Si chiamano TENSIOATTIVI CATIONICI quei
TENSIOATTIVI che in soluzione acquosa
producono CATIONI; i CATIONI hanno
carica elettrica positiva (+) e “PH”
acido.
Questo tipo di TENSIOATTIVI sono
pochissimi usati perché essendo caricati
positivamente hanno una ridottissima
capacità detergente.
In teoria uno shampoo CATIONICO presenta
grandiosi vantaggi in tricologia quali
il “PH” acido con azione antistatica e
rispetto del “Mantello
Idro-Acido-Lipidico”, e conseguente
migliore pettinabilità dei capelli.
Questi TENSIOATTIVI possono essere
mischiati con TENSIOATTIVI NON IONICI e
con TENSIOATTIVI ANFOTERI; non sono
assolutamente compatibili con i
TESIOATTIVI ANIONICI che hanno carica
elettrica negativa.
Tra i TENSIOATTIVI CATIONICI più noti ci
sono i SALI QUATERNARI DI AMMONI, SALI
PIRIDINIO QUATERNARIO, SALI DI
ISOCHINOLINIO QUATERNARIO.
IL PH
Le soluzioni acquose sono definite acide
o basiche in base alla concentrazione di
“ioni idrogeno” (H+) ed idrossido (OH-)
che contengono. La scala del PH da va 0
a 14; l’acqua pura è neutra ed ha PH 7
perché contiene ugual numero di ioni
idrogeno e ioni idrossido.
Una soluzione che contiene più ioni H+
che ioni OH- ha un PH minore di 7 e
viene definita acida; più il PH è basso,
perché ci sono molti H+ e pochi OH-
viene definita una soluzione acida.
Viceversa alla soluzione che contiene
meno H+ rispetto agli OH- viene definita
alcalina (o basica) ed avrà un PH
superiore a 7; più la soluzione è basica
più il suo PH sarà elevato.
Una soluzione è acida quando è può
cedere un ione idrogeno, mentre una
soluzione è alcalina quando è in grado
di accettare uno, o più, ioni idrogeno
ceduti dalla soluzione acida.
L’acidità e l’alcalinità (basicità) ed
il PH sono estremamente importanti in
biologia, l’uomo è infatti costituito
quasi per il 70% del suo volume da acqua
e quindi da soluzioni acquose. Le
cellule hanno concentrazioni di ioni H+
e OH- entro valori molto ristretti, dato
che anche piccole variazioni di PH
possono condizionare le basilari
reazioni metaboliche tra le cellule.
GLI OLI
NELLA MODERNA COSMETRICOLOGIA
Gli oli in cosmetricologia hanno
svariati usi; sono adoperati come
impacchi trattati, seguiti da abbondante
risciacquo ed il loro uso è condizionato
da una serie di accorgimenti che non
sono alla portata di tutti. Gli “Oli ad
azione detergente” contengono di norma
TENSIOATTIVI CATIONICI e possono
sostituire occasionalmente gli shampoos
in caso di capelli molto danneggiati,
delicati e non molto sporchi.
Gli “Oli ad azione ristrutturante” che
contengono anche olio di jojoba, di
ricini, di malto di noce sono impacchi
da vaporizzare sui capelli perché
agiscono meglio in un ambiente umido
hanno un PH acido e carica elettrica
positiva, ristrutturano il capello nella
sua lunghezza, aumentano la sua
morbidezza, lucentezza e pettinabilità.
Per mitigare l’azione deleteria di
tinture, permanenti, decolorazioni,
stirature questi prodotti possono essere
aggiunti in piccole dosi (10 ml circa)
ai nocivi preparati destrutturanti sopra
citati.
Gli “Oli ad azione antiforforale” hanno
un PH acido, sono carichi con sostanze
chimiche deforforanti quali lo zinco
piritione o sostanze di origine vegetale
quali catrami vegetali estrattivi
glicoli di pino di ginepro ed altri,
hanno caratteristiche battericide e
puliscono correttamente il cuoio
capelluto dalle agglomerazioni forforali
(pityrianiche) e richiedono un certo
tempo di posa, meglio se in ambiente
umido e devono essere abbondantemente
risciacquate insieme ad uno shampoo
molto delicato e dolce.
Gli “Oli protettivi” contengono, in
aggiunta a quanto sopra descritti, uno o
più filtri solari tant’è vero che se
tenuti in posa sulla lunghezza dei
capelli durante i bagni di sole,
proteggono gli stessi dall’azione
dannosissima ed altamente nociva dei
raggi ultravioletti.
CREME
DOPO-SHAMPOO PER CAPELLI
Dopo essersi fatti lo shampoo sarebbe
meglio usare una buona crema
dopo-shampoo dato che tali prodotti
contengono sostanze CATIONICHE a “PH”
acido che migliora la pettinabilità dei
capelli li rende lucidi e morbidi. In
virtù del fatto di essere a reazione
acida tendono a normalizzare il “PH”
della cute ed esercita un’azione
“seboregolatrice” sulle “ghiandole
Sebacee” che trovando sulla cute dei
prodotti simili al SEBO, diminuiscono
l’escrezione sebacea verso l’esterno.
Inoltre dato che le CREME DOPO-SHAMPOO
hanno una carica positiva e anche lo
sporco è caricato positivamente si crea
una reazione che tende ad allontanare lo
sporco.
Queste CREME sono in realtà delle
emulsioni fluide. (unione di oli ed
acqua) e quindi in realtà, pur umettando
cute e capelli, non li rendono grassi.
La caduta dei capelli
Al fine di capire meglio l’uso dei
“trattamenti” è opportuno suddividere la
caduta dei capelli in:
Caduta fisiologica
Alopecia
LA CADUTA
FISIOLOGICA
Tutte le cellule viventi prima o poi
muoiono e ciò accade relativamente alla
“Matrice del Capello” presente nella
“radice” nel fondo del “follicolo”.
Pertanto il capello ha un suo ciclo
vitale proprio; infatti nasce, si
accresce, muore;lascia delle cellule
viventi che si accrescono, danno vita al
nuovo capello che espelle
nell’accrescersi un nuovo capello. In
tal modo si hanno dei vari e propri
cicli vitali che si ripetono nel tempo.
Pertanto perdere quotidianamente un
certo quantitativo di capelli, in media
dai 30 ai 35 capelli al giorno è un
fattore fisiologico (normale).
In determinati individui si ha una
caduta “Fisiologica” importante
addirittura di un centinaio di capelli
al giorno che non crea comunque
preoccupazione alcuna se TUTTI i capelli
caduti torneranno a crescere.
ALOPECIE
La caduta dei capelli deve essere
considerata un’anomalia quando è
eccessiva e quando non tutti i capelli
caduti avranno un a ricrescita normale;
in tal caso questa anormale caduta
assume il nome di ALOPECIA. Le ALOPECIE
si distinguono in:
“Alopecie
Cicatriziali” (senza che i
capelli abbiano la possibilità di
ricrescere)
“Alopecia
Temporanee” (con la possibilità
che i capelli ricrescano)
ALOPECIA
CICATRIZIALI
Si definiscono “Alopecie Cicatriziali”
tutte quelle alopecie nelle quali lungo
tutto il follicolo si viene a formare un
tessuto epiteliale cicatriziale che
impedisce la crescita di un nuovo
capello; le alopecie cicatriziali più
note sono le seguenti:
“ Defluvium Anagen”
“ Alopecia Seborroica”
“ Alopecia Pityrianica” (da forfora)
“ Alopecia di tricotillomania”
“ Alopecia cicatriziale secondaria a
Lupus Eritametoso”
“ Alopecia attinica” (da radiazioni)
DEFLUVIUM
ANAGEN
Questa forma di “alopecia” porta alla
caduta dei capelli quando questi non
hanno ancora terminato il loro ciclo
vitale e ciò accade dopo circa un mese
dall’avvenimento che ha provocato
l’instaurazione del “defluvium anagen”.
Nella fase iniziale questo tipo di
“alopecia” si manifesta con un graduale
diradamento dei capelli a livello della
fronte e del vertice del capo, in fase
successiva il diradamento si estende
verso le zone parietali, lasciando
intatte le zone temporali e della nuca.
Si crede che gli androgeni (ormoni
prodotti dalle donne dalle ovaie e dalle
ghiandole surrenali e nell’uomo dai
testicoli) agiscano sia sulle “matrici
germinali” che sulle “ghiandole
sebacee”; infatti gli ormoni rendono il
ciclo vitale del capello più veloce.
La caduta iniziale è dovuta
all’incremento del numero dei capelli in
fase TELOGEN rispetto a quelli in fase
ANAGEN; tant’è vero che i capelli di
ricrescita in fase ANAGEN risultano
essere molto sottili, con diradamento
sempre più esiguo, meno colorati, più
corti, più radi. Si dice che queste
cause sia determinate da caratteri
ereditari “autosomici” che indurrebbero
gli “anticorpi” a riconoscere, a causa
di degenerazioni ormonali ed a
caratteristiche genetiche, come
“estranei” i capelli situati nelle zone
colpite dal “defluvium anagen”.
ALOPECIA
SEBORROICA
Si chiama “alopecia seborroica” la
caduta dei capelli causata dall’eccesso
di sebo; le zone più colpite sono la
carte frontale e il vertice del capo,
mentre nelle altre zone il quantitativo
delle ghiandole sebacee è minore e
pertanto quelle zone sono meno
danneggiate dal fenomeno.
In casi di grave SEBORREA le “ghiandole
Sebacee” immettono attraverso i “Dotti
Escretori” il sebo in eccesso dentro i
FOLLICOLI che ne impedisce la normale
ossigenazione, ammorbidisce
eccessivamente le RADICI e, complici le
trazioni a cui i capelli sono sottoposti
nella vita quotidiana (pettinature –
spazzolature – massaggi – ecc.), ne
facilita il distacco con la conseguenza
che il ritmo di accrescimento dei nuovi
capelli diventa sempre più frenetico e
la loro vita sempre più breve di ciclo
in ciclo.
Infatti le nuove cellule prodotte dalla
“Papilla Germinativa” tendono a
spiegarsi verso la parte superiore,
verso l’esterno, ma dato che sono
formate da CHERATINA MOLLE vengono
plasmate dalle dimensioni dei FOLLICOLI
che si presentano sempre più piccoli a
causa dei rifiuti depositati sulle
pareti, pertanto i nuovi capelli saranno
molto più sottili, spenti e scoloriti e
molto meno robusti.
Chiaramente questo ciclo perverso
continuerà fino a che le PAPILLE
GERMINATIVE non saranno “atrofizzate” ed
il capello non crescerà più.
Inoltre c’è da tener presente che nella
composizione chimica del sebo è presente
una sostanza detta SQUALENE che,
rafforzata la sua potenza con
l’ossidazione, possiede un forte
potereDEPILATORIO che diventa un
ulteriore fattore antagonista alla
ricrescita dei capelli. Da un punto di
vista statistico il 60% dei casi di
caduta di capelli senza normale
ricrescita è da attribuirsi all’ALOPECIA
SEBORROICA”.
ALOPECIA
PITYRIANICA (DA FORFORA)
Le squame più piccole della
desquamazione della cute, non
correttamente asportate dalle prassi
igieniche occludono l’uscita del “canale
follicolare” ed impediscono all’ossigeno
di penetrare e contemporaneamente
ostacolano il SEBO nel suo normale
fuoriuscire sulla cute; questa
situazione in cui si vengono a trovare i
capelli crea forti ostacoli alla loro
formazione e di conseguenza col passare
del tempo, la “Papilla Germinativa”
tende ad atrofizzarsi.
Da un punto di vista statistico il 20%
dei casi di caduta dei capelli senza
normale ricrescita deve essere
attribuita alla FORFORA.
ALOPECIA DA
TRICOTILLOMANIA
Spesso accade che i giovani quando
studiano abbiano la mania di strapparsi
i capelli o di grattarsi in
continuazione il cuoio capelluto con le
unghie; quest’ anomalia si chiama
TRICOTILLOMANIA.
Le zone colpite sono molto sfoltite e la
cute è di colore bianco; se lo
strapparsi i capelli continua nel tempo
lo sfoltimento assume caratteristiche
cicatriziali ed i capelli non crescono
più.
ALOPECIA
CICATRIZIALE SECONDARIA A LAPUS
ERITEMATOSO
Questo tipo di Alopecia si manifesta
quando le cellule della cute e dei
follicoli vengono disgregste da questa
malattia; di conseguenza nella cute
colpita non può verificarsi una
ricrescita di capelli perchè le
cicatrizzazioni occludono i follicoli da
cui nascono e crescono i capelli.
ALOPECIA
ATTINICA (DA RADIAZIONI)
Esporre i capelli a lunghe esposizioni
ai “raggi ultravioletti” o , peggio ai
“raggi X” può causare un ALOPECIA
CICATRIZIALE irreversibile; è pertanto
di vitale importanza evitare tutti quei
“trattamenti” che prevedono l’uso di
radiazioni localizzate al cuoio
capelluto.
ALOPECIE
TEMPORANEE
Sono chiamate “Alopecia temporanee”
tutte quelle cadute di capelli che sono,
o possono essere reversibili; cioè
causate da anomalie che, una volta
rimosse, non creano ostacoli alla
normale ricrescita dei capelli. Le
alopecia temporanee più comuni sono:
“ Effluvium
Telogen”
“ Alopecia da autointossicazione”
“ Alopecia da disordini circolatori”
“ Alopecia da disordini nervosi”
“ Alopecia da Scompensi Vitaminici”
“ Alopecia da Stress”
“ Alopecia da Disfunzioni Endocrine”
“ Alopecia Decalcante”
“ Pseudo Alopecia di Brocq”
“ Alopecia senile”
“ Alopecia Areata” (o Tonsurante)
“ Alopecia da Stati Infettivi”
“ Alopecia da intossicazioni”
“ Alopecia da Shock”
“ Alopecia da Malattie Gravi”
“ Alopecia da Ipervitaminosi (A)”
EFFLUVIUM
TELOGEN
Si tratta di una forma di “Alopecia
Reversibile” che non dura a lungo,
infatti si evolve circa in due mesi.
L’abbondante caduta di capelli in questa
“alopecia” è causata da avvenimenti
fisicamente ed emotivamente
significativi accaduti tre, quattro mesi
prima; questo periodo di tempo infatti è
necessario alla caduta del capello a
seguito di un danno a livello della
“matrice del BULBO”.
Nell’”effluvium telogen” il danno alla
“matrice” si verifica quando il capello
è in fase ANAGEN portando prematuramente
in fase CATAGEN-TELOGEN e, come detto
prima, si verifica la caduta dei capelli
dopo tre quattro mesi dall’avvenimento
scatenante.
Le cause dell’ “effluvium telogen”
spesso sono dovute al parto, ad
ingestione di farmaci in dosi elevate,
gli interventi chirurgici, le anestesia,
le febbri molto forti, gli stati
depressivi, la sospensione di
contraccettivi ed alla “caduta” degli
ormoni ESTROGENI.
ALOPECIA DA
INTOSSICAZIONE
La causa di tale “alopecia” è procurata
da contrazioni nervose che provocano una
“vasocostrizione” (restringimento) dei
capillari che irrorano le “papille
germinative”del FOLLICOLO; questa scarsa
irrorazione sanguigna provoca la ridotta
nutrizione dei capelli che si
indeboliscono e cadono precocemente.
ALOPECIA DA
DISORDINI CIRCOLATORI
Quando la cute si indurisce, gli ammassi
di scorie e di lipidi da eliminare
comprimono le “arteriose” e riducono,
fino a chiuderlo, l’afflusso del sangue
alle “papille germinali” con conseguente
minor ossigenazione e nutrizione dei
follicoli con la formazione quindi di
capelli deboli, spenti o scoloriti.
Altra causa di questa “alopecia” è
dovuta all’arterio sclerosi papillare”
per cui si formano delle “strozzature£
provocate da rifiuti calcarei con le
conseguenze sopra descritte.
ALOPECIA DA
DISORDINI NERVOSI
Ci sono molte forme di “disordini
nervosi” che provocano l’eccesso della
caduta di capelli , in particolare quei
disturbi provocati dal “sistema nervoso
simpatico” che prende il comando sul
“sistema nervoso vago” (simpaticotania)
e causa una “vasocostrizione"
(contrazione dei vasi sanguigni) delle
piccole arterie con la logica ed ovvia
riduzione di nutrimento e di
ossigenazione alla “papilla germinativa”
con le conseguenze descritte nel
paragrafo precedente.
ALOPECIA DA
SCOMPENSI VITAMINICI
Le vitamine che sono coinvolte in
qualche modo con i capelli sono: A, B/5,
D, E, PAB, ed altre del complesso B.
Poiché l’interazione delle vitamine in
tricologia non è del tutto chiara, si
ritiene che la mancanza o l’eccesso di
una delle sopra citate vitamine possa
creare difficoltà alla corretta crescita
dei capelli, e in alcuni casi, a
causarne la precoce caduta.
ALOPECIA DA
STRESS
Le tensioni, il ritmo di vita, le
preoccupazioni, l’ambiente di lavoro, le
emozioni, gli affanni causati dalla vita
moderna creano ,malattie
“psicosomatiche” (dell’adattamento),
disturbi nella circolazione, anemie,
ipersecrezioni sebacee e questo
adattamento continuo alla lunga
causerebbe la contrazione delle
“arteriole” che alimentano le “papille
germinali” con conseguente scarsa
circolazione sanguigna, ridotta
ossigenazione con evidenti danni ai
capelli che abbiamo osservato nei
paragrafi precedenti.
ALOPECIA DA
DISFUNZIONI ENDOCRINE
Le “ghiandole a secrezione interna”
TIROIDE, IPOFISI, SURRENALI, SESSUALI, a
causa di loro disfunzioni nella
produzione degli ORMONI spesso possono
procurare una forte caduta di capelli
che, una volta corrette le anomalie
ormonali, tornano a ricrescere.
ALOPECIA
DECALVANTE
Tale tipo di “alopecia” è detta anche
“alopecia totale” e colpisce, oltre i
capelli anche le sopracciglia, le
ciglia, la barba, e gli altri peli del
corpo. Le cause scatenanti di questa
malattia non sono conosciute e sembra
che dipenda da “scompensi nervosi”.
PSEUDO
ALOPECIA DI BROCQ
La causa della “pseudo alopecia di brocq”
è a tutt’oggi sconosciuta, è
riconoscibile con facilità poiché sul
cuoio capelluto ci sono tante piccole
porzioni sfornite di capelli una vicino
all’altra; è chiamata anche “impronte
sulla neve”.
La superficie nei punti di mancanza di
capelli è particolarmente liscia e
lucida.
ALOPECIA
SENILE
Questo tipo di calvizie è causata
dall’”Atrofia della Papilla” causata
dall’invecchiamento dell’organismo;
comunque non sempre si verifica dato che
ci sono individui molto anziani con una
capigliatura ancora integra.
ALOPECIA AREATA
Questo tipo di alopecia non è
contagiosa; è caratterizzata da zone del
cuoio capelluto mancanti completamente
di capelli circondate da zone densamente
popolate da peli; la cute colpita si
presenta liscia, morbida, nitidamente
pulita. Le cause non sono bene
conosciute, ma si pensa che dipenda da
“alterazioni nervose”, “squilibri
ormonali” , “infezioni locali”.
Trattando il cuoio capelluto con
TRATTAMENTI STIMOLANTI ed IPEREMIZZANTI
(che richiamano sangue) spesso i capelli
crescono inizialmente di colore
bianchiccio, poi riacquistano
gradualmente il loro colore naturale.
ALOPECIA DA
STATI INFETTIVI
Queste alopecia sono provocate da
malattie infettive quali il tifo, la
sifilide, la scarlattina, la setticemia,
la polmonite…
Dopo che l’organismo si è ristabilito
completamente dalle malattie di cui
sopra, si assiste abitualmente ad una
graduale costante ricrescita.
ALOPECIA DA
INTOSSICAZIONI
Questo tipo di alopecia è tipica delle
persone che sono vittima di
intossicazioni alimentari, da farmaci a
base di mercurio ed arsenico. Colpisce
inoltre persone che lavorano questi
composti chimici senza adeguata
protezione. Rimovendo tempestivamente le
cause, la caduta di capelli è
completamente reversibile.
ALOPECIA DA
SHOCK
E’ da considerarsi una “alopecia” di
origine nervosa e si instaura dopo una
grave ferita o dopo un importante e
massiccio intervento chirurgico. Di
norma la caduta dei capelli è
reversibile in tempi medi.
ALOPECIA DA
MALATTIE GRAVI
Come per la “alopecia da shock” si
ritiene che la causa sia di origine
nervosa e che si manifesti durante il
decorso di malattie gravi quali
leucemia, gravi anemie, diabete,
abitualmente si tratta di una caduta
reversibile.
ALOPECIA DA
IPERVITAMINOSI (A)
Ci sono molte possibilità che
un’eccessiva somministrazione di
vitamina A provochi in determinati casi
un’abbondante caduta di capelli;
eliminando le cause i capelli torneranno
a crescere.
DANNI
PSICOLOGICI
Nel mondo attuale dove la competizione è
esasperata e dove conta sempre di più
l’aspetto estetico, il sentirsi a posto,
giovani; la caduta dei capelli è quasi
sempre vissuta come un dramma, e spesso
le persone colpite da calvizie si
adoperano per conservare i loro capelli
e sono colpiti, molto più di quanto
possa sembrare ad un osservatore
superficiale e frettoloso, dalla paura
di perderli e dalla speranza segreta
irrazionale , ma presente sempre, di
vederli presto ricrescere.
L’alternarsi di fervide speranze seguite
da cocente delusioni spesso provoca,
anche negli individui più equilibrati ,
un senso di frustrazione , in qualche
caso un esaurimento nervoso, spesso un
senso di incapacità sessuale e quasi
sempre la sensazione di stare perdendo
la propria giovinezza.
TRATTAMENTI
LOCALI DELLA ECCESSIVA CADUTA DEI
CAPELLI
I “Trattamenti locali” non servono a
bloccare la caduta fisiologica dei
capelli e non fanno ricrescere i capelli
da FOLLICOLI ATROFIZZATI; essi hanno due
traguardi ben determinati che sono:
Rallentare l’eccessiva caduta dei
capelli riportandola a “livello
fisiologico”
Favorire, con trattamenti nutritivi,
stimolanti e con corrette “prassi
igieniche” la normale crescita dei
capelli laddove i FOLLICOLI sono ancora
attivi.
I risultati sopra accennata possono
essere raggiunti con eccessiva facilità
se la caduta dei capelli è stata causata
da “anomalie occasionali”, in tutti gli
altri casi di caduta ostinata è
soprattutto la pazienza e la
perseveranza nel non stancarsi mai di
aiutare i capelli a crescere ed a vivere
in un ambiente corretto.
Adesso che conosciamo le anomalia più
significative, le cause che le
determinano, i danni che ne derivano, è
necessario passare velocemente
all’azione perché quanto abbiamo appreso
sia indirizzato a soddisfare l’unico
vero problema presente a chi perde i
capelli in modo anomalo che è quello di
TROVARE L’ORGANIZZAZIONE GIUSTA A CUI
AFFIDARE LA SOLUZIONE DEL PROPRIO
PROBLEMA DI CAPELLI.